Falso Fiore Sardo: sequestrate 67 mila forme di pecorino comune in Sardegna e Toscana

Operazione congiunta Fiamme Gialle e Ispettori Icqrf

Falso Fiore Sardo sequestrate 67 mila forme di pecorino comune in Sardegna e Toscana

Operazione congiunta contro contro il falso formaggio Fiore Sardo da parte delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cagliari e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari Icqrf del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, tra Sardegna e Toscana.

Nella rete delle forze dell’ordine, tra dicembre 2021 e marzo 2022 – la notizia viene data oggi, a conclusione dei rilievi processuali – sono finite oltre 67 mila forme di formaggio, presenti in diversi magazzini di stoccaggio dislocati in Sardegna e in un deposito in Toscana.

SEQUESTRATE 270 TONNELLATE DI FALSO FIORE SARDO

Il peso complessivo è stimato in oltre 270 tonnellate di pecorino generico, marchiato e proposto al mercato come Fiore Sardo. Se immesso sul mercato, avrebbe fruttato un guadagno indebito stimato pari a oltre 1,6 milioni di euro, frutto della notevole differenza di prezzo tra il Fiore Sardo e il pecorino comune.

Sette i produttori indagati per contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origina dei prodotti agroalimentari. Il prodotto non ha evidenziato danni alla salute o pericoli connessi al consumo alimentare.

LATTE TRATTATO TERMICAMENTE NEL FALSO FORMAGGIO DOP SARDO

La scoperta del falso Fiore Sardo è avvenuta nell’ambito delle attività a tutela del “Made in Italy”, volte a garantire la salvaguardia della qualità dei prodotti nazionali dalle frodi. A incastrare i produttori sono state le analisi del Laboratorio I.C.Q.R.F. di Perugia.

È stato così possibile acclarare, tra l’altro, l’utilizzo di latte trattato termicamente al posto del latte “crudo” prescritto dal disciplinare di produzione del formaggio sardo. Analisi confermate dal Tribunale del Riesame di Cagliari, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da tre indagati, per “carenza di legittimazione”.

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